I Sentieri

Il sentiero dei pellegrini

Quota inizio sentiero: mt 461
Quota fine sentiero: mt 765
Lunghezza itinerario: 5 Km circa solo andata
Tempi di percorrenza: in salita 2/2,5 ore c; in discesa 1,5/2 c.
Difficoltà: media facile
Dislivello: 304 m
Flora: castagne, funghi
Fauna: civette, poiana, picchi muratori, moscardini, ghiri, volpi

Conca della Campania

L’ITINERARIO

Il sentiero ha inizio dal borgo di Conca della Campania, dove troviamo l’antico Castello e l’antica Colleggiata, e giunge sino al Santuario dei Lattani si raggiunge partendo dalla piazzetta principale di Conca da cui scendiamo lungo la strada che porta a Mignano M.L. e svoltando a sinistra dopo il ponte verso la frazione Vezzara, dove attraversiamo il caratteristico borgo nei pressi di un vecchio lavatoio pubblico. Da qui ha inizio il nostro percorso che in tempi antichi era attraversato dai pellegrini per raggiungere il Santuario, poiché era l’unica strada che collegava Mignano a Roccamonfina. Giunti al caratteristico lavatoio, prendiamo la mulattiera più grande sulla destra e ci incamminiamo nel castagneto. Il bel lastricato che un tempo costituiva il manto stradale è in molti punti scomparso ma lungo il percorso, guardando verso le pareti di tufo, osserviamo alcune grotte scavate con colpi di picconi in epoca antica ed usate, ad oggi, come magazzino per le castagne. Al primo bivio ci incamminiamo verso sinistra dove il sentiero prosegue prima a trincea e poi a mezzacosta ed il bosco continua arrivando in località Patanella (490 m.s.l.m.). Al successivo bivio cui giungiamo poco dopo, prendiamo verso destra la strada in salita che attraversa un vecchio castagneto nei pressi del greto di un torrente e continuiamo il nostro sentiero sino ad incontrare una grossa mulattiera, sulla sinistra. Da lì giungiamo, in circa 15 minuti, sulla provinciale Sessa Mignano che percorreremo per un breve tratto sempre in salita ad un’altezza di 629m. Arriviamo poco dopo ad un crocevia e in prossimità di una casa in pietra nei pressi di un pioppeto, prendiamo verso una mulattiera sulla destra, nei pressi di un cancello da cui accediamo all’antico castagneto, lungo le pendici del Monte Lattani e da cui proseguiamo diritto sino alla mulattiera successiva. Dopo poco ad un cippo di confine prendiamo l’ardua stradina a sinistra e incontriamo un piccolo casolare, utilizzato per ripararsi dai temporali e ideale, quindi, per una breve sosta. Uscendo dal rifugio proseguiamo ancora dritto incontrando un sentiero in salita ed una piccola mulattiera, quasi nascosti da grossi cespugli di macchia mediterranea, ammirando davanti ai nostri occhi il complesso del Santuario dei Lattani (850m). Da qui scorgiamo la cinta della bocca principale del Vulcano, sulla destra il Monte S. Croce a 1005m con una ricca e rigogliosa vegetazione. Il Santuario dei Lattani è uno dei lughi simbolo del parco di Roccamonfina – Garigliano. In questa zona, troviamo numerosi prodotti tipici, tra cui le Castagne tempestive, i saporiti funghi, il pregiato vino e il genuino olio e infine pane casareccio e dolci tipici.


Da Furnolo al Monte Atano – Lungo il Savone delle Ferriere

Quota inizio sentiero: mt 333
Quota fine sentiero: mt 610
Lunghezza: 7 Km circa solo andata
Tempi di percorrenza: in salita 1,5/2 ore c; in discesa 1/1,5 ora c.
Difficoltà: facile
Dislivello: 277 m
Flora: Castagno, roverella, rovere, ulivo, rosa canina, euforbia, erica, cisto, mirto, funghi porcini.
Fauna: Poiana, nibbio, bruno, gufo, cuculo, upupa, riccio, ghiro, lepre, tasso, volpe.

Percorso Itinerario

L’ITINERARIO

Il percorso che da Furnolo giunge sino al Monte Atano parte dalla piazzetta dell’antica frazione di Teano, situata a 333 m. s.l.m. su un costone tufaceo che divide il fiume Savone delle Ferriere dal fosso Torrepone. Da lì, ci dirigiamo verso la strada principale che attraversa il paese e, dopo un breve tratto in salita, raggiungiamo la borgata Chiovari. Dopo circa un chilometro, proseguendo per una strada sterrata raggiungiamo un bivio da cui proseguire verso destra, arrivando in prossimità del Fiume Savone che nasce dalle alture del Roccamonfina. Il Savone è il principale corso d’acqua del vulcano e sebbene la sua portata sia oggi alquanto modesta, in passato offriva energia per azionare mulini, frantoi e le Ferriere, piccole aziende che lavoravano il ferro. Di tali costruzioni, restano purtroppo soli i ruderi ma il mulino visibile lungo la strada di accesso a Furnolo è ben conservato ed adibito a luogo di ristoro. Lungo il sentiero che costeggia il fiume scopriamo ambienti tra i più naturali del parco, che giustificano l’inserimento del torrente nella zona di protezione integrale. Il percorso segue un’antica strada romana che lascia intravedere qua e là resti del fondo stradale, rappresentati da grossi blocchi di basalto utilizzati spesso per erigere muretti lungo le scarpate. Il sentiero offre suggestive immagini del vicino abitato della frazione di Casafredda e delle colline del Monte Casi e di Monte Atano. Salendo, infatti, notiamo sempre di più la sagoma caratteristica del Monte Atano, che ci accompagna sin dall’inizio del percorso alla destra del senso di marcia. Dopo una serie di salite giungiamo su una strada asfaltata, nei cui pressi si erge l’eremo di Monte Atano, un’antica costruzione ormai diroccata con una piccola cappella interna. Prendendo la strada asfaltata sulla destra, in leggera discesa, arriviamo in breve tempo ad una biforcazione, a quota 535 m s.l.m. ai piedi del Monte Atano, da cui inizia un lungo sentiero, al centro della biforcazione stessa, che termina in un magnifico castagneto, a quota m. 623. Il Monte Atano è una bocca eccentrica del sistema vulcanico di Roccamonfina e fa parte del recinto calderico dell’antico vulcano, la cui attività sembra sia cessata in epoca storica. Il monte è costituito da magma alcalibasaltico e da scorie vulcaniche. Dalla sommità del Monte Atano godiamo di una splendida vista sulle colline circostanti dello stesso gruppo vulcanico, con i relativi centri abitati e delle alture di monte Maggiore del Matese, delle Mainarde e del Vesuvio. Da qui infine, procediamo seguendo il percorso in senso inverso sino a raggiungere di nuovo il piccolo borgo di Furnolo.


Dal Santuario dei Lattani al Monte Camino

Quota inizio sentiero: mt 765
Quota fine sentiero: mt 960
Lunghezza: 14 Km c. solo andata
Tempi di percorrenza: in salita 4/5 ore c; in discesa 3/4 ore
Difficoltà: medio alta
Dislivello: 195 m
Flora: castagneti, boschetti di querce
Fauna: picchio muratore, upupa, merlo

Santuario dei Lattani al Monte Camino

L’ITINERARIO

Dall’incantevole scenario del Santuario dei Lattani a Galluccio sino alla vetta di Monte Camino, inizia il nostro percorso attraverso castagneti secolari e su sentieri storici percorsi da secoli dalla popolazione locale, pellegrini e viandanti. E’ questo uno degli itinerari più affascinanti per gli escursionisti, un vero e proprio percorso di trekking, tra i diversi ambienti naturali dell’Altocasertano, da suddividere anche in più tappe. Il percorso parte dal Santuario dei Lattani e prosegue in discesa sino alla località S. Antuono percorrendo sentieri pubblici. Dalla provinciale per Sipicciano – Galluccio godiamo degli splendidi panorami su Conca della Campania, Camino e Monte Sammucro, sino ad imboccare la stradina sulla destra, dove non è raro incontrare alcuni esemplari di avifauna, come il picchio muratore, l’upupa, il merlo ed altri passeriformi. Dopo circa 500 mt di cammino, la stradina diventa sentiero naturale ed in alcuni punti si possono osservare tracce di lastricato, probabile segno di un’antica strada romana. Da qui arriviamo in poco tempo ad una sorgente da cui proseguiamo ancora in discesa. Il paesaggio che si apre alla vista del visitatore diventa più vario scorgendo non soltanto castagneti ma anche boschetti di querce. Continuando lungo il sentiero, intravediamo i ruderi di una vecchia casa in prossimità di un piccolo ruscello, possibile luogo di sosta. Proseguendo il nostro cammino, incontriamo il massiccio di Monte Camino, Monte Cesima e la valle del Garigliano e dopo una breve discesa, accompagnati dagli scrosci della fonte Segge, continuiamo su una gradinata di lastroni in pietra, sino all’inizio della strada asfaltata che giunge alla Chiesa Mariana del Sorbello, da alcuni anni ristrutturata e riaperta al culto. Lungo il percorso intravediamo le prime case della frazione Ceci. Giunti a S. Clemente, imbocchiamo la strada denominata “spirito Santo “ che va ad immettersi sulla provinciale per Galluccio. Appena dopo il cimitero giriamo a sinistra per una stradina che attraversa l’antico borgo di Cisterni e che sbuca nei pressi della strada di ingresso per Cavelle. Salendo per circa un chilometro arriviamo poi a Mieli, punto di inizio del sentiero per Monte Camino. Attraversata interamente la piccola frazione, fiancheggiamo il palazzo dei Colizi, percorrendo poi la scalata che raggiunge la cima, a quota 946 m.s.l.m. Il sentiero, tranne che per il primo tratto, è ben visibile e sembra scolpito nella roccia. Durante il cammino scopriamo un ambiente sempre più interessante anche se apparentemente spoglio rispetto al verde dei castagneti lasciati durante il percorso. Giunti su un pianoro, imbocchiamo a destra un sentiero ed in mezz’ora arriviamo alla cima, dove scopriamo una piccola chiesa, luogo di pellegrinaggio durante il giorno dell’Ascensione.


Da Taverna S. Antonio alle Ciampate del Diavolo

Quota inizio sentiero: 623 m.s.l.m.
Quota fine sentiero: 271 m.s.l.m.
Lunghezza itinerario: 7 km circa
Tempi di percorrenza: 2,5/3 h
Difficolta: facile
Dislivello: 412 m
Flora: Castagnate, boschi cedui, Quercius, carpino nero e bianco, acero campestre, pioppo tremulo, robinia pseudoacacia, orniello
Fauna: nibbio, bruno, gufo, cuculo, upupa, riccio, ghiro, lepre, tasso,volpe

Ciampate del diavolo

L’ITINERARIO

Il primo tratto del sentiero che da taverna S. Antonio giunge sino alle Ciampate del Diavolo, attraversa un meraviglioso bosco di castagni secolari e si presenta leggermente in salita toccando la quota massima di 703 m. Volgendo lo sguardo all’indietro ammiriamo le sagome dei domi di Monte S. Croce e Monte Lattani. A circa 100 m dall’inzio dell’itinerario svoltiamo a destra incontrando una diramazione, da cui proseguire verso destra. Il tratto costeggia sulla destra il Monte Tuororame, una splendida collinetta boschiva alta 737 m, con un percorso che si presenta leggermente in salita per circa 1 km. Il sentiero, a tratti panoramico guarda verso la piana di Mignano Montelungo, nei pressi della sagoma di Monte Cesima, continuando leggermente in discesa, tra due scarpate, per circa 1 km, fino ad arrivare alla frazione di Orchi dove raggiunge la quota di 605 m. Attraversando il paesino si arriva in prossimità di un fontanile da cui proseguire imboccando la stradina sulla sinistra, che inizialmente in cemento, diventa poi una splendida sterrata. La stradina, costeggiata da una palizzata in legno con rete, porta i visitatori sino ad un bivio da cui, in prossimità dell’incrocio, proseguiamo lungo il percorso sulla destra leggermente in salita. Il sentiero in discesa porta in poco tempo in prossimità di un incrocio,da cui proseguiamo verso la strada in discesa, sulla sinistra. I castagneti ed i boschi cedui, esercitano un dominio quasi assoluto sulla flora erbacea. Quasi tutti di proprietà privata si estendono per oltre 6000 ettari,sulle pendici più alte del vulcano di Roccamonfina. Dopo circa 15 minuti giungiamo sulla provinciale che collega Conca della Campania a Tuoro. Percorrendo la strada provinciale in discesa incontriamo sulla destra una fabbricazione – l’acquedotto- da cui si giuge alla frazione di Tuoro, situata a metri 407 m.s.l.m. Dopo aver percorso il paesino in discesa e arrivati quasi alla fine imbocchiamo il sentiero, poco visibile, che porta alla frazione Foresta (335m), territorio ricco di macchia mediterranea. Il sentiero prosegue attraversando, al di sotto, un piccolo ponte che porta ad un incrocio da cui continuare il cammino verso sinistra. Dopo pochi minuti di cammino giungiamo in prossimità della Chiesa dove costeggiando un muretto e proseguendo verso sinistra, attraversiamo ortiche e folta vegetazione sino alla località Ciampate del Diavolo (271m).


Sul sentiero degli Ausoni, Sanniti e Briganti

Quota inizio sentiero: 520 m.s.l.m.
Quota fine sentiero: 928 m.s.l.m.
Lunghezza itinerario: 8km
Tempi di percorrenza: 3h solo andata
Difficoltà: media
Dislivello: 408 m
Flora: Orchidee, muretti a secco, castagni
Fauna: bruno, gufo, cuculo, upupa, riccio, ghiro, lepre, tasso

Sentiero degli Ausoni, Sanniti e Briganti

L’ITINERARIO

Dal cuore dell’antico borgo murato di Sipicciano, frazione di Galluccio, ha origine il nostro sentiero, che giunge sino alle imponenti Mura Megalitiche. Il caratteristico borgo offre, nei giorni di cielo terso, panorami mozzafiato, che arrivano con lo sguardo sino alle splendide isole Pontine. Il sentiero qui descritto è anche conosciuto come “Sentiero dei briganti” il cui nome deriva dalla storia dell’antico borgo da cui ha origine il sentierio stesso: infatti, in seguito all’unità d’Italia, Sipicciano fu soggetta al terribile fenomeno del brigantaggio, ad opera di briganti presente soprattutto nel fitto bosco di Vallemarina. Da qui il nome stesso del sentiero. Attraversate le viuzze del grazioso borgo, imbocchiamo la strada asfaltata verso sinistra, arrivando poco dopo, nei pressi di un incrocio da cui ha inizio il nostro itinerario e da cui, dopo circa 25 minuti di cammino, giungiamo in prossimità di un secondo incrocio che costeggia l’imponente Monte Camino. Da qui proseguiamo alla volta di un terzo incrocio sulla cui destra notiamo il sentiero sbarrato che porta sino al bosco di Vallemarina. Continuando il nostro sentiero dei Briganti, imbocchiamo la strada per Vallescura, da cui raggiungere, in salita, il crinale del recinto calderico del vulcano di Roccamonfina inoltrandoci così nel fitto bosco di castagni. Dopo un breve tratto, il sentiero giunge nella selva Pantanella che in autunno offre alla vista degli escursionisti un affascinante gioco di colori. Dopo circa 20 minuti, giunti alla quota di 805 m, voltiamo a destra al bivio e dopo ancora 30 minuti, ci immettiamo sulla strada asfaltata percorrendola in discesa sino al un piazzale, da cui inizia il sentiero che in 30 minuti porta l’escursionista sino alle mura megalitiche dei Monti Frascara e S.Croce.


Il sentiero delle Orchidee e delle Neviere

Quota inizio sentiero: 600 m.s.l.m.
Quota fine sentiero: 765 m.s.l.m.
Lunghezza: 4,5/5 Km circa solo andata
Tempi di percorrenza: in salita 1,5/2 ore; in discesa 1,5/2 ore
Difficoltà: facile
Dislivello: 165 m
Flora: castagno da frutto
Fauna: picchio muratore, picchio verde, picchio rosso maggiore, vari falconiformi

Sentiero delle Orchidee

L’ITINERARIO

L’altro volto del vulcano di Roccamonfina, un luogo prescelto dall’uomo fin dall’antichità per la bellezza, la posizione strategica e la fertilità. Gli antichi borghi, le memorie dell’uomo con il paesino fantasma, le caratteristiche nevere, l’armonia di chilometri di mura a secco costruite a mano con pietra vulcanica, saranno le mete di questa escursione; un percorso piacevole e ricco di emozioni. Da piazza Nicola Amore a Roccamonfina, intraprendiamo via Napoli, salendo per un’antica stradina, collegamento, un tempo, con la frazione di Fontanafredda. A pochi minuti di cammino incontriamo la frazione S. Domenico dove al centro della piazzetta ha origine il sentiero che conduce sino al borgo fantasma di Cerquarola, un antico borgo “tutt’uno” privo di costruzioni singole e oggi non più abitato e nelle cui immediate vicinanze scopriamo un manufatto di notevole importanza storica: una antica nevera ben conservata a forma di cono capovolto. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza forte del castagno da frutto. Emerge sulla sinistra Monte La Frascara mentre sulla destra si erge il Monte S. Croce (m 1005). Nella frazione di S. Domenico troviamo la presenza del convento omonimo del 1600 nel cui refettorio è possibile ammirare un grande e notevole affresco. Lungo il percorso si possono osservare, col binocolo, uccelli silvestri come il picchio muratore, il picchio verde, il picchio rosso maggiore e vari falconiformi. Scesi nuovamente alla volta di S. Domenico, proseguiamo il nostro sentiero, sempre immersi nel paesaggio dei castagneti e superando, nella parte alta, la frazione di Fontanafredda nota per le sue sorgenti. Imboccando un sentiero chiamato dagli abitanti del luogo “via di Vallescura” e costeggiando ampi muretti che portano all’abitato di Gallo, giungiamo in località Voria di Gallo da lì a poco, arriviamo nella frazione di Cerquarola.


Da Cescheto alle Mura Megalitiche

Quota inizio sentiero: 500 m.s.l.m.
Quota fine sentiero: 950 m.s.l.m.
Lunghezza itinerario: 2,5 km
Tempi di percorrenza: 2h in salita; 1h in discesa – escluse le soste.
Difficoltà: medio-alta
Dislivello: 450mt
Flora: castagno, cerro, carpino, macchia mediterranea, acero, ginestra, felce, biancospino, orchidea, giacinto, croco, ciclamino, anemone, geranio sanguineo, asfodelo.
Fauna: volpe lepre, cinghiale, moscardino, ghiro, rampichino, upupa, civetta, poiana, picchio muratore.
Comuni interessati: Sessa Aurunca e Roccamonfina

Mura Megalitiche

L’ITINERARIO

L’itinerario che da Cescheto giunge sino alle Mura Megalitiche offre all’escursionista uno scorcio complessivo dell’idilliaco panorama del Parco. Il paesaggio è tipico dei boschi di castagni da frutto, con grandi ed antichi esemplari ricchi di cavità, dove upupe, civette, picchi muratori, ma anche moscardini e ghiri, trovano rifugio. Dalle porte di Cescheto si percorre una piccola strada che conduce, dopo un bivio, all’imbocco del sentiero, sulla destra. Lungo il cammino si scorge la sagoma del Monte La Frascara (detto anche ‘Cortinelli’) e, volgendo lo sguardo all’indietro, si offre allo sguardo il panorama della rigogliosa piana del Garigliano. La catena del Massico si erge maestosa a sovrastare lo scenario. Alcuni studi ipotizzano che essa fosse un’isola nel Tirreno prima delle eruzioni del vulcano di Roccamonfina che si fosse saldata poi al continente, nel lato settentrionale, dalla formazione del vulcano stesso. In seguito, i banchi di tufo ed i coni di deiezione del Garigliano e del Volturno le hanno conferito l’aspetto attuale. Il corso del fiume ne costituisce il limite geologico: per un lungo tratto, infatti, rappresenta una linea di demarcazione tra i sedimenti delle pendici meridionali della catena degli Aurunci ed i depositi eruttivi del Vulcano di Roccamonfina. Proseguendo oltre, il percorso diventa più ripido e offre pittoresche vedute sul borgo di Cescheto e sul resto della piana del Garigliano. Dopo una serie di salite, si percorre un tratto da cui è possibile scorgere lo scenario della caldera e del Monte Santa Croce, per poi giungere nei pressi di una sterrata e procedere, attraverso un’antica strada basolata, verso una graziosa piazzola. Il sentiero che si diparte da qui, costeggiato da palizzate in legno si sviluppa proprio lungo le pendici del Monte La Frascara e procede, tra la florida macchia mediterranea, i robusti castagni e gli alti asfodeli, conducendo in pochi minuti (circa 15) sino alle antichissime Mura Megalitiche (VI-IV secolo a.C.). Secolari castagni, fondamentali per l’economia rurale della zona, accompagnano il visitatore lungo l’intero percorso.


Il sentiero degli antichi Mulini

Quota inizio sentiero: 488 mt
Quota fine sentiero: 570 mt
Lunghezza itinerario: 6 km
Difficoltà: medio-facile
Dislivello: 80 mt
Tempo di percorrenza: 3 h
Flora: castagno, grande cerro, primula, erica arborea, verbasco
Fauna: nibbio, bruno, gufo, cuculo, upupa, riccio, ghiro, lepre, tasso
Comuni interessati: Roccamonfina

Antico mulino

L’ITINERARIO

Il sentiero degli antichi Mulini è uno dei più antichi collegamenti tra il vulcano di Roccamonfina e la città di Teano. Deve il suo nome ai mulini eretti sulle sponde del fiume Savone, tra le frazioni di Torano e Garofali, attraverso cui si snoda il percorso. Il cammino inizia dal centro abitato di Torano, in prossimità di un antico lavatoio che racchiude una sorgente d’acqua purissima, a pochi metri da un’antica ed elegante chiesa dedicata al culto di S. Giovanni. Da qui si imbocca una stradina in terra battuta, ci si allontana dal centro abitato e si giunge al punto di inizio del sentiero, da dove il fiume Savone traccia il suo percorso tra banchi di tufo litoide. L’importanza storica e paesaggistica del fiume Savone è unica: l’intero tratto sino al territorio di Francolise è, infatti, caratterizzato dalla presenza di antichi mulini. Il mulino a monte, più recente, conserva intatta una macina francese di fine Ottocento; quello a valle, risalente, al XVIII secolo, grazie ad un’apposita e più antica macina, probabilmente era usato per la frantumazione del granturco. I mulini erano alimentati dalle acque del Rivo attraverso un particolare collegamento in serie. Suggestive anche le antiche ferriere borboniche risalenti al XVIII secolo, da cui si deve la denominazione “Savone delle Ferriere”. Sebbene oggi la portata del Savone sia alquanto modesta, in passato offriva energia per azionare mulini, frantoi, e le stesse Ferriere. Suggestivo è il paesaggio che si apre a questo punto allo sguardo dell’escursionista: i due mulini che si ergono sulle sponde opposte del fiume affascinano chi li osserva, con la loro solennità e con il sapore di antiche tradizioni racchiuse e conservate gelosamente. L’alta valle e l’imponente cono del Monte Santa Croce completano il paesaggio del sentiero. Proseguendo tra bellissimi castagneti, grandi cerri e lussureggianti specie floristiche, il sentiero risale la sponda del Savone sul versante Garofali, conducendo sino al grazioso centro abitato di Roccamonfina.